giovedì 12 novembre 2009

INCONTRI LUCCA 2009: ANTONIO SERRA E "GREYSTORM" 1/2

Greystorm01Non ci crederete, ma a meno di una settimana dall'altro, ho pronto un nuovo post doppio! ^_-

Quest'anno Lucca è stata con me - ed anche contro le mie stesse aspettative - particolarmente generosa di nuove conoscenze e di motivi di interesse. Tra questi, nel duplice post precedente, vi ho già relazionato sulla “presentazione” che Giancarlo Berardi ha fatto di Julia (sebbene la serie già proceda senza interruzioni dal 1998!).

Oggi (e domani) vorrei soffermarmi su un altro incontro a cui ho assistito nella stessa giornata di domenica 1° novembre e che mi è parso interessante al punto da riferirvene. Purtroppo, però, nell'occasione non ho preso appunti e quindi perdonatemi se dovrò andare a memoria; dove sarò in dubbio ve lo farò sapere apponendo un "(?)".

Sto parlando della presentazione della nuova miniserie Greystorm edita dalla Sergio Bonelli Editore. Ospiti presenti, sempre presso la Sala Incontri Palazzo Ducale - Cortile Carrara –, Antonio Serra (creatore letterario del personaggio ed autore delle sceneggiature insieme a Stefano Vietti e Alberto Ostini), Gianmauro Cozzi (creatore e curatore grafico della miniserie di cui è anche copertinista) e le disegnatrici Simona Denna e Francesca Palomba, autrici tra l'altro del primo numero.

Una precisazione: contrariamente all'incontro precedente, in questo non si sono avute (che io ricordi...) anticipazioni sul futuro della miniserie. Anzi, lo stesso Serra ha ben chiarito all'inizio che si sarebbe parlato solamente del primo numero, che in quel momento era l'unico uscito. E quindi direi che non ci sia bisogno di fare attenzione ad eventuali “spoiler”. Detto questo, le cose di cui si è parlato hanno comunque una certa rilevanza.

Vorrei anche ricordare che non in terra italica, ma bensì in quel di Lugano (Svizzera italiana) si è svolta all'inizio di ottobre la manifestazione UCHRONIA COMICS CONVENTION 09 (di cui vi avevo già annunciato la mia presenza) durante la quale si era già presentata la nuova miniserie con l'intervento di Simona Denna ed Alessandro Bignamini, entrambi disegnatori, come vedremo, che hanno fornito un importante contributo a Greystorm.

Ovviamente non potrò rispettare l'ordine preciso delle domande fatte in sala. Diciamo che andrò un po' “di palo in frasca” (come del resto si è fatto con le questioni poste) cercando però di mantenere una sorta di percorso logico. Eccovi quindi quello che è venuto fuori dall'incontro.

L'idea della storia è di molto anteriore, ma solo 5 anni fa (?) Serra ha avuto l'opportunità di presentarla in Bonelli. Il soggetto che aveva preparato constava di circa 40 (?) cartelle, comprendendo già al suo interno “tutto” quanto. Una volta che il soggetto è stato approvato, si è proceduto a creare la sceneggiatura dei dodici albi (di cui l'ultimo, ricordo, di ben 240 pagine!), ricercare il materiale iconografico occorrente, comporre lo staff di disegnatori - non necessariamente in quest'ordine - e tutto il resto del lavoro che deve esser svolto per produrre anche "solo" una miniserie. La sceneggiatura finale è invece risultata essere di più di 800 pagine.

È stato chiesto se l'opinione dei lettori potrebbe influire sul corso degli eventi. Ovviamente no, com'era facile presumere. Oramai la struttura è stata da tempo decisa e, salvo qualche aggiustamento negli ultimi albi che Serra ha confermato stare ancora attuando, la vicenda è già ampiamente definita nel suo svolgimento, nella sua fine ed in quanto accadrà albo per albo.

Si è domandato se ci sarà un seguito, sotto forma di una nuova miniserie o di albi speciali (come già accaduto in passato per altre collane bonelliane). La risposta, abbastanza ovvia anche questa, è che dipenderà dal gradimento dei lettori – e quindi dalle vendite -, e che lo si potrà decidere solo molto più in là. Aggiungo io inoltre che, per come sembra essere strutturata la miniserie, e per quanto si è detto durante l'incontro, credo sarebbe molto difficile creare una nuova storia con gli stessi personaggi ed ambientarla nello stesso periodo (o poco oltre) di questa. In ogni caso, vedremo.

Ci sono state diverse “lamentele” sul fatto che il primo albo non “facesse il botto” come, in teoria, dovrebbe fare un 1° numero di una nuova testata per invogliare i lettori all'acquisto dei successivi. Serra ha però ripetutamente evidenziato il fatto che questi 12 albi formino un'unica storia. E come per ogni lungo racconto a capitoli, l'inizio è quasi sempre più lento, servendo perlopiù a presentare gli interpreti della vicenda ed il luogo (o i luoghi) dell'azione. Ha perciò chiesto la fiducia ai lettori provando ad arrivare almeno al terzo albo. Se a quel punto non ci avesse ancora convinto, amen. Ma se arrivassimo a leggere fino al quinto e poi mollassimo... cito testualmente: “sareste senza cuore!”.

Secondo l'autore, proprio in virtù di questa “storia unica”, l'ideale sarebbe comprare tutti gli albi per poi leggerli tutti insieme. Cozzi ha però fatto notare che questo vorrebbe dire aspettare un anno e quindi ha consigliato a sua volta di comprarli, leggerli una prima volta e poi rileggerli tutti di nuovo alla fine. In effetti Serra ha ammesso che questa sarebbe la soluzione che consentirebbe di essere sicuri che i lettori non si stufino di aspettare...

Le fonti di ispirazioni sono state evidentemente le avventure scritte da Jules Verne, ma anche le riviste e le pubblicazioni dell'epoca trattata in Greystorm (a cavallo tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento, quindi). A questo proposito, l'autore ha fatto una piccola precisazione proprio su Verne. A detta sua (ma si tratta di un'opinione a mio parere condivisibile) non è corretto citare questo scrittore come un precursore della fantascienza. Non si tratta neppure, la sua, di letteratura cosìddetta “d'anticipazione”. Quello che Verne narrava prendeva spunto semplicemente dalla lettura dei quotidiani e delle riviste dell'epoca, in cui – e se ne sono resi conto gli stessi Serra e Cozzi, cercandovi materiale per la storia – molti dei macchinari e marchingegni che a noi sembrano irreali per quel tempo erano effettivamente progettati e costruiti già allora.

In particolare, per le macchine volanti che Robert Greystorm utilizza in questo primo albo e che utilizzerà in seguito (vedi ad es. l'albo attualmente in edicola), sfruttando dei pannelli solari od un motore a vapore, i due creatori hanno ritrovato decine e decine di progetti che in quegli anni vennero anche di fatto realizzati e collaudati (ovviamente con esiti altalenanti). Teniamo sempre presente che molte delle sperimentazioni nacquero con l'obiettivo di ideare nuove macchine belliche: pensiamo solo a cosa voglia dire poter lanciare sul nemico una bomba dall'alto.

Il fatto poi che i fratelli Wright vengano indicati come i primi ideatori, nel 1903, di una macchina volante è – a detta di Serra - assolutamente falso. Semplicemente, furono i primi che si presero la briga di telefonare all'ufficio brevetti dopo aver portato a compimento il loro tentativo di far alzare un velivolo, anche se di molto poco (persino rispetto ad altri inventori di macchine volanti loro contemporanei). Risiede in questa loro prontezza di spirito tutta la popolarità che gli è derivata in seguito, ma non possono quindi essere considerati i soli.

Parallelamente, neppure questa di Greystorm è una storia di fantascienza. Serra non si è inventato praticamente nulla, se non logicamente la vicenda. Il protagonista arriverà a dei risultati che, se a noi sembreranno enormi e che pensiamo difficilmente potrebbero essere passati inosservati a quel tempo, rientreranno perfettamente nella Storia. O meglio, sono state sfruttate quelle “pieghe” della Storia conosciuta su cui è stato possibile intervenire senza cambiare nulla. E ancora, ha osservato l'autore, neppure di una vicenda ambientata in una realtà alternativa, si tratta. Ha anche specificato che quelle scene apparentemente estranee agli avvenimenti che si vedono all'inizio ed alla fine del primo albo, non sono irreali, ma perfettamente inserite nel corso degli eventi. Anche se dovremo aspettare un poco per capire le ragioni di questa affermazione.

[fine della prima parte. Non vi resta che tornare... domani per la seconda ed ultima! ^_^]

Gianpaolo.

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