sabato 7 novembre 2009

INCONTRI LUCCA 2009: GIANCARLO BERARDI E "JULIA" 1/2

Ken Parker 1Vi ricordate di... Ken Parker?

Domenica 1° novembre 2009, presso la Sala Incontri Palazzo Ducale - Cortile Carrara – nell'ambito della convention fumettistica e non solo Lucca Comics & Games, si è svolto l'incontro dal titolo “Una cara, carissima amica.” , dedicato a Giancarlo Berardi; durante lo stesso, il creatore letterario di questo personaggio rispondeva alle domande del pubblico riguardanti la sua più recente creazione (beh, stiamo parlando di una serie esistente dal 1998!): la criminologa Julia Kendall.

Cosa c'entra questo con Ken Parker? Semplicemente è successo che, com'era facilmente prevedibile, la prima domanda fatta all'autore è stata proprio quella sul possibile ritorno del trapper più famoso del fumetto italiano. Io qualche appunto nell'occasione l'ho preso, e vorrei condividerlo con voi in questo specialissimo post doppio (per la seconda parte non dovrete fare altro che tornare... domani!). Occhio, però, che alcune cose dette potrebbero ricadere sotto la definizione di “spoiler”!

Partiamo quindi dall'agognato ritorno: Berardi ha ventilato un'ipotetica continuazione (e fine) della serie in un futuro più lontano che prossimo. Il problema è che si dovrebbe prima – a suo parere – ristampare l'intera collana, con quindi un ingente impegno economico per qualsiasi editore si prenda la briga di farlo. Vorrei ricordare che la casa editrice Panini, non molto tempo fa, provvedette a ristampare tutte le storie esistenti, e a quel tempo si pensava che finalmente sarebbero seguite le nuove (dis?)avventure. Cosa che purtroppo non accadde.

Sempre per l'autore, tutto sommato la saga potrebbe anche essere finita così: del resto – sempre secondo il suo pensiero – non tutte le storie devono per forza terminare con un lieto fine. Oltretutto, la serie di “Julia” gli prende molto tempo (circa 10 ore al giorno) e non ne avrebbe quindi altro per seguire Ken Parker.

Con Sergio Bonelli presente in sala, si è poi spinto a spiegare le ragioni della chiusura all'epoca della testata, giustificandola in parte con le scarse vendite (malgrado il pubblico “scelto”), pur ammettendo che l'editore (all'epoca come Cepim) non avesse mai proposto di chiudere, ma che fosse stato lui stesso a chiederlo per evitare problemi.

A quel punto, sentitosi chiamato in causa, lo stesso Bonelli è intervenuto ricordando come tutto sommato anche ora abbia delle testate che continua a pubblicare malgrado non facciano grandi numeri di vendita. E che inoltre l'unica sua “interferenza” nell'ambito della serie è stata unicamente quella di far tagliare la barba al protagonista all'inizio della vicenda (e di far cambiare il nome che era stato deciso, ha anche ricordato Berardi), ma che personalmente non avrebbe voluto vederne la chiusura. Anzi, quello che a detta di Bonelli è stato uno dei fattori determinanti è il fatto che la testata stava soffrendo della presenza di troppi disegnatori, non caratterizzandola più come si voleva.

E' anche per questo motivo che si è successivamente tentato di riprendere le vicende in un formato più grande, con diversa periodicità e foliazione, su Ken Parker Magazine, dapprima come Parker Editore (gestito direttamente da Berardi e Ivo Milazzo) e poi di nuovo come SBE. Il tutto preceduto dalle stupende storie a colori presentate sulle defunte riviste Orient Express (Edizioni l'Isola Trovata) e Comic Art (dell'omonima casa editrice).

Che possa o meno servire a Berardi nel decidere di impegnare un po' del suo tempo ancora su questo personaggio, Bonelli ha detto che non sopporta questa attuale condizione da carcerato del trapper. Preferirebbe che la si risolvesse in altro modo: che piuttosto battesse la testa in una caduta e amen. E con questa battuta si è finalmente tornati al tema dell'incontro: Julia.

Qualcuno ha espresso il suo apprezzamento per il personaggio del tenente Alan Webb, che sembra sempre sul punto di legarsi sentimentalmente con la protagonista per poi tornare mestamente alla sua vita da single. Berardi ha detto che avendo ormai Julia una psicologia molto precisa, è naturale che lei viva la sua vita in un certo modo e che ci sia anche una certa difficoltà a trovarle un compagno adatto. Ma i fan di Webb non disperino...

Altro argomento: quanto la Posta dei lettori può influire sulle vicende? Premetto che (anche se non se n'è parlato in quella sede), si è qualche volta messo il dubbio la veridicità delle lettere pubblicate, a volte – apparentemente – sin troppo perfette nei loro casi umani. Berardi, però, parlando dell'influenza quotidiana che queste missive hanno nel prosieguo delle storie, ha citato il fatto che spesso riceva lettere persino più dure e pesanti di quelle pubblicate. E che comunque, trattando il fumetto non solo di casi d'indagine ma anche della “vita” in generale, molto di quanto gli arriva dalle esperienze dei lettori diventa materia di narrazione e riflessione.

Anche Sergio Bonelli ha voluto, nell'occasione, ricordare quante lettere strane gli arrivino e come, specie con l'uscita di Dylan Dog, sembrasse quasi che si facesse a gara a descrivere la situazione personale più assurda e grave. Al punto che si chiedeva come Berardi potesse essere sicuro che quanto gli raccontassero non fosse inventato di sana pianta. L'autore ha però affermato che nel tempo gli è sorta una certa sensibilità nel riconoscere una storia plausibile da una irrealistica. E che comunque, tra rischiare di essere preso in giro ed invece sottovalutare un caso umano, preferisce crederci.

Essendo poi la vita onirica della protagonista spesso esplicitata durante il racconto, è stato chiesto quale ruolo abbia questa nelle storie. Berardi ha detto che la utilizza come un modo per scoprire anche qualcosa del suo mondo interiore, per raccontare quella parte di lei che solitamente non vediamo, per entrare nei suoi pensieri e nelle sue emozioni. In definitiva serve a renderla sempre più persona e meno personaggio.

Ricordando di un riferimento nella Posta ad un videogioco di Julia in preparazione, è stato confermato che questo sarà pronto tra non molto; che è prodotto da una delle aziende specializzate tra le migliori in Italia (con sede a Chiavari, vicino Genova); che l'autore ha partecipato alle musiche e alla produzione, ma che quando ha cercato di inserirsi nella creazione della vicenda ha scoperto che la faccenda era molto più complessa di quanto si aspettasse ed ha lasciato ai creatori del gioco libertà in quel senso.

Domanda interessante nata da voci che giravano perlopiù online: Julia avrà mai una maternità? Berardi ha affermato che lui avrebbe anche fatto vivere alla protagonista un'esperienza del genere, ma che Bonelli non voleva cambiare troppo l'assetto del personaggio. Però, definendosi malignetto e mal sopportando le “costrizioni”, aveva pensato ad un escamotage per cui lei affronterà la cosa adottando a distanza un bambino africano. E che ci sarà anche una storia (disegnata dal grande Giorgio Trevisan, forse in tempi biblici, data la sua lentezza...) in cui lei farà un viaggio in Africa per conoscerlo. Il bello è che ha anticipato la cosa anche a Bonelli, che pare non ne fosse a conoscenza. Peraltro, nel numero ora in edicola - di cui vedrete la copertina nel prossimo post -, “Cuore di mamma”, viene presa da Julia proprio questa decisione dell'adozione a distanza.

[continua e finisce nel prossimo epis... ehm... post! ^_-]

Gianpaolo.

Nessun commento:

Posta un commento